Testo della News:
Si sono svolte ieri sera, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, le celebrazioni per il sessantesimo anno di sacerdozio di Don Paolo Mansueto, memorabile ‘pastore’ che tanto ha fatto per la sua comunità e tanto ha donato alla sua Chiesa ed alla parrocchia. Alla celebrazione, officiata dal Vescovo di Noto Mons. Antonio Staglianò e da una nutrita rappresentanza del Presbiterio diocesano, erano presenti i Sindaci di Ispica Piero Rustico, di Ragusa Nello Dipasquale, di Noto Corrado Valvo e di Buscemi, città natale di Don Paolo, Giuseppe Giansiracusa, nonché numerose autorità civili e militari e tantissimi ispicesi che hanno gremito la Basilica a voler testimoniare l’immenso affetto della Città per il sacerdote. Come hanno avuto modo di ricordare il Vescovo ed il sindaco ispicese nei loro interventi, arrivato ad Ispica quasi quarant’anni fa, Don Paolo non trovò una situazione felice: la parrocchia di Santa Maria aveva perso molti fedeli per via dei grandi fermenti del post ’68 e delle tristi incomprensioni che portarono al cambio di parroco; tuttavia, Don Paolo seppe sfoderare le sue migliori doti umane, quali la lealtà, l’onestà e la comprensione, ed unendole a quelle più propriamente cristiane e sacerdotali, si rivelò alla comunità come uomo di profonda umanità, di elevata cultura, di immensa carità. Simili doti gli hanno consentito di mettersi in pochissimo tempo in sintonia con il suo popolo, facendogli immediatamente capire di non intendere la parrocchia come un recinto chiuso, ma di essere profondamente convinto che quello che è importante è un ‘gioco di squadra’ che coinvolga tutti i membri della collettività, valorizzandone i carismi. Alla forte e trascinante omelia di Mons. Staglianò, ha fatto seguito l’intervento del Sindaco Piero Rustico: “Don Paolo ha sempre indicato, senza infingimenti, le quattro grandi passioni nel suo cuore: Gesù Crocifisso, Maria Desolata, i giovani, la pietà popolare. Stasera l’intera comunità ispicese, per bocca del suo sindaco, vuole rendergli testimonianza vera di avere speso, nei quaranta anni di permanenza ad Ispica, ogni sua energia per queste sue quattro sante passioni. Don Paolo, venendo ad Ispica, ha prontamente capito che il popolo di Dio che era stato affidato alla sua cura, incentrava la sua fede sul mistero della passione, morte e resurrezione del Cristo e che il terreno per coltivare la sua passione a Gesù Crocifisso era fertile. In questo difficile ambito di azione pastorale non gli sono certo mancate le amarezze e le incomprensioni che ha condivise e accettate, rimettendole sempre, pieno di fiducia, nelle mani del Flagellato. La Vergine Addolorata ce lo conservi, pur nella malattia, a lungo e gli dia ogni consolazione, perché continui a rappresentare per la nostra comunità cittadina e per ciascuno di quelli che lo hanno conosciuto, apprezzato e amato, un simbolo cui fare riferimento e un modello di dedizione e di gratuità al quale conformare il nostro agire di cittadini e di credenti”, ha dichiarato il primo cittadino ispicese, terminando il suo discorso con un sentito ringraziamento al sacerdote che, pur provato dalla sua ultima degenza in ospedale e dalla forte commozione, ha voluto prendere la parola per ringraziare i presenti. La serata è stata conclusa da canti e da un recital, allestito dai suoi amati giovani parrocchiani nel loggiato del Sinatra antistante la Basilica. |