Testo della News:
Alleanza di governo Mario Monti-Nichi Vendola? Due giorni fa sì. Ieri mattina nì. Ieri sera no. Oggi vedremo: il teatrino continua. Ma la realtà non cambia: se vincerà la sinistra avremo un governo tutto tasse da Monti all'estrema sinistra, passando per il Pd e la Cgil. Che cosa li unisce? Semplice: oggi come ieri l'antiberlusconismo. Quello che risorge prepotentemente ad ogni appuntamento elettorale. Nessuno si fa ingannare da minuetti e distinguo. Il freddo tecnico, che ha in Angela Merkel il suo primo e grande sponsor benché non piaccia molto, anzi quasi per nulla agli italiani, si considera talmente indispensabile che per restare al potere è pronto a sconfessare il suo liberalismo, il suo riformismo, la sua appartenenza all'area moderata che lo aveva portato a flirtare con il Partito popolare europeo: il tutto per allearsi con Bersani e con il governatore neocomunista della Puglia. Il nemico comune? Lo abbiamo detto: Silvio Berlusconi. L'antiberlusconismo fa dire a tutti e tre le stesse cose: com'era l'Italia prima della discesa di Monti dall'Olimpo? Semplice: "Sull'orlo del baratro, avviata al destino della Grecia". Ma di che parlano? Fino all'estate 2011 l'Italia stava affrontando la crisi mondiale meglio della media dei paesi europei, con un Pil in crescita, un tasso di disoccupazione più basso degli altri paesi tranne la Germania, un impegno già scritto a raggiungere in due anni il pareggio di bilancio. Caso mai è oggi, dopo un anno e passa di cura Monti, che l'Italia è in ginocchio. Ancora: com'è secondo loro la politica fiscale di Silvio Berlusconi? Anche qui non c'è bisogno di grande fantasia: "Strizza l'occhio agli evasori" risponde all'unisono il trio Monti-Bersani-Vendola. Eppure è stato il governo di centrodestra ad ottenere il maggior gettito dal contrasto all'evasione fiscale (12,7 miliardi nel 2011, mai raggiunti dal governo tecnico), senza tartassare le famiglie e le imprese. Andiamo avanti. La campagna di Berlusconi è "populista". E lo dice Monti che ha noleggiato un cagnolino per adottarlo in tv, e sta copiando sistematicamente tutte le proposte di Berlusconi su Imu, Irpef, Irap! Tutto questo per mascherare una realtà già nota fin dall'inizio: l'accordo tra Bersani (e Vendola) e Monti è già nei patti, messo per scritto nel momento in cui il segretario del Pd si è alleato con il governatore della Puglia chiudendo la porta al riformismo di Matteo Renzi. Confermata da Bersani più e più volte: "Anche se avremo il 51 per cento ci comporteremo come se avessimo il 49". Figuriamoci ora che rischiano di finire sotto al trenta... Il problema vero è un altro: quale sarà il programma di governo di questo fantastico trio? L'unica ricetta che li accomuna è la solita: ancora più tasse. Infatti hanno rispolverato la guerra dei "ricchi" contro i "poveri", roba da primo Novecento; Monti ha addirittura detto, come se nulla fosse, che l'abolizione dell'Imu "favorirebbe i ricchi". Poi vogliono più spesa pubblica, come se non si trattasse anche qui di soldi dei contribuenti; e meno lavoro. Con Monti abbiamo avuto la riforma Fornero, che ha già prodotto mezzo milione di disoccupati in più in un solo anno, tartassando i giovani ai quali ha sbarrato l'ingresso nel mondo del lavoro. Con il governo Monti-Bersani-Vendola avremo le aziende e gli investimenti in fuga, e ancora più disoccupazione, la Cgil e la magistratura arbitre delle assunzioni. E un'altra ondata di tasse. |