Testo della News:
Le consultazioni del presidente incaricato Enrico Letta hanno confermato la grande responsabilità del Pdl, che non ha posto paletti impossibili, si è mosso nel solco tracciato da Napolitano nel suo discorso alle Camere e ha legittimamente posto la questione della pari dignità tra i contraenti del nuovo patto di governo: i ministri del Pdl, insomma, li indica il Pdl, e non li fa certo scegliere sulla base delle pagelle stilate altrove. Il problema è strettamente politico, e ancora una volta è stato Berlusconi a determinare la linea che potrebbe sbloccare rapidamente la situazione, lanciando l'idea di un nuovo decreto salva-Italia che accorpi le proposte chiave del Pdl di taglio dell'Imu e di aiuti alle imprese. Un manifesto programmatico sull'economia che è la bandiera del Pdl e la ragione stessa della sua partecipazione al governo. Il toto-nomine viene dopo, perché al Pdl interessa solo dare risposte al Paese dopo uno stallo durato troppo per colpa esclusiva del Pd. Una cosa è però chiara: il Pdl non potrà mai tradire i suoi elettori, e dunque l'abolizione dell'Imu sulla prima casa è e resta un punto ineludibile, e va inserito nel più ampio pacchetto di misure già trasformato in disegni di legge presentati in Parlamento. Gli uomini e le donne del Pdl, comunque, non sono talebani della politica, e sono dunque pronti al confronto costruttivo, come ha sottolineato Alfano dopo l'incontro con Letta. Restano, certo, alcuni nodi da sciogliere, ma il dialogo va avanti perché la vera emergenza è la paralisi dell'economia italiana. Continuare nel gioco al massacro dei veti incrociati sarebbe una strategia perdente e inutile, che gli italiani non capirebbero e che dunque finirebbe per penalizzare tutti. Ma c'è di più: l'alternativa a un eventuale insuccesso del tentativo di Letta sono solo le elezioni anticipate. Il Capo dello Stato lo ha fatto capire chiaramente. Il momento è tale che se non si arriva a una fase di pacificazione tra le principali forze politiche, il rischio di un'implosione istituzionale è reale, e nessuno se lo può permettere. I partiti hanno un'occasione forse irripetibile per affrontare le questioni rimaste irrisolte negli ultimi venti anni a causa dell'atteggiamento di una sinistra tanto incapace di riconoscere i propri errori quanto pronta a salire in cattedra in nome di una inesistente superiorità etica e politica. Dunque: riforma istituzionale, con la fine del bicameralismo perfetto e con una conseguente riforma elettorale, e sul versante economico il graduale abbattimento del debito, la riduzione della pressione fiscale sulla casa, sulle imprese e sulle famiglie e il rilancio del mercato del lavoro consentendo alle aziende di assumere i disoccupati a costo zero. Il tutto ricontrattando il fiscal compact con l'Europa, cosa sulla quale lo stesso Letta si è detto d'accordo. E' un programma di buonsenso, l'unico in grado di far rialzare l'Italia. Ora tocca al Pd battere un colpo. |