Testo della News:
Il decreto-legge numero 35 dell’ 8 aprile 2013 è uno strumento finanziario varato in extremis dal Governo Monti e realizzato nella volontà di scongiurare il potenziale default di tutti gli Enti pubblici che in varia misura si trovano a fronteggiare una crisi di liquidità aggravata dallo stato attuale dell’economia generale. L’adesione a questo strumento significa per l’Ente ricevere entro il 30 giugno prossimo una liquidità tale da scongiurare il dissesto e con esso l’aumento di tutte le tasse per i cittadini, lo spauracchio della perdita del posto di lavoro per i dipendenti in esubero e soprattutto la certezza che i crediti avanzati da imprenditori e fornitori siano pagati appunto a quella data. Una procedura chiara e semplice che non lascia spazio a fraintendimenti o interpretazioni di sorta, che supera quella precedente della Corte dei Conti, sottraendo di fatto l’Ente dalle secche del dissesto. Cosa bisognava fare per usufruire di una così straordinaria opportunità? Bisognava che il Consiglio Comunale votasse contro il dissesto finanziario del Comune, così facendo, infatti, l’Ente avrebbe potuto usufruire nei termini suddetti delle somme richieste utili a dare ossigeno all’economia di tutta la città. Tutto ciò in consiglio comunale è stato detto e ribadito fino allo spasimo, ma evidentemente non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e così i consiglieri Meluccio Fidelio, Titta Genovese, Paolo Monaca, Carmelo Padova e Salvatore Spatola del PID, Salvuccio Rustico e Biagio Solarino di ‘Libertà e BuonGoverno’, Angelo Fidelio di ‘Sviluppo e Solidarietà’ e l’indipendente Giovanni Lauretta hanno decretato il dissesto finanziario del Comune di Ispica e con esso l’impossibilità di usufruire delle somme messe a disposizione dal decreto-legge entro il 30 giugno prossimo. Tutto ciò a noi sembra incomprensibile e assolutamente vergognoso. Ispicesi che votano il dissesto del proprio Comune scegliendo deliberatamente e senza nessuna motivazione valida la strada buia di un futuro alquanto incerto, al posto di un’occasione certa, concreta e immediata che avrebbe sollevato le sorti di un’intera cittadinanza. A nostro parere queste persone possono ritenersi solo irresponsabili. In quale altro modo definire l’esecuzione lucida di un atto così meschino? Meluccio Fidelio, Titta Genovese, Paolo Monaca, Carmelo Padova, Salvatore Spatola, Salvuccio Rustico, Biagio Solarino, Angelo Fidelio, Giovanni Lauretta sono i Consiglieri Comunali del dissesto, gli stessi che adesso devono dare delle risposte a tutta la città che a gran voce chiede PERCHE’? Perché rifiutare una ciambella di salvataggio così provvidenziale, così importante per il bene di tutta la comunità? Qual è stato il vostro vero scopo? Quale la motivazione? O pensate ancora una volta di addossare la responsabilità al Sindaco? Non ci si può sempre nascondere dietro le menzogne, questa volta la realtà dei fatti è palese e sotto gli occhi di tutti: la Comunità Ispicese avrebbe potuto e dovuto vivere una vita più “normale” e voi glielo avete negato; era possibile in modo limpido e trasparente scegliere tra il bene comune e gli interessi personali; era possibile serrare i ranghi, afferrare tutti insieme questa preziosa opportunità per dare una svolta decisiva alle sorti della nostra amata città; era possibile impegnarsi in un’azione dal senso civico forte e significativa che i politici a Roma hanno compreso e che qui invece non è stata minimamente presa in considerazione. Gli Ispicesi non dimentichino mai questo giorno infausto, questi nomi, né quelli di personaggi altrettanto noti che alle loro spalle hanno tramato e li hanno guidati verso una scelta così scellerata. Consiglieri di opposizione tutti, oggi non era il tempo del rancore, dell’astio, della vendetta, era piuttosto il tempo di aprire uno squarcio nell’oscurità del futuro in cui con la vostra decisione avete fatto piombare l’intera cittadinanza. E questo è bene che ISPICA LO SAPPIA!
   
     
 
 
 
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